REGGIO EMILIA – “E’ un momento importante ed è sicuramente uno strumento coerente con il nuovo piano di regolamentazione dell’offerta. Oggi per fare il Parmigiano Reggiano servono delle quote per poterlo produrre, è evidente che se uno facesse uscire dal sistema del latte per fare un prodotto comparabile vorrebbe dire avere un piano che non funziona, anche da questo punto di vista la filiera si è dimostrata assolutamente unita”. Così il presidente Nicola Bertinelli.
Con l’87% dei voti, l’assemblea straordinaria dei soci del Consorzio del Parmigiano Reggiano, riunita a Parma ha approvato la proposta di modifica dello statuto avanzata a luglio del Cda: i caseifici associati non potranno produrre formaggi “confondibili” superiori a 10 Kg con una stagionatura superiore ai 60 giorni. Stop dunque alla produzione di prodotti comparabili, per salvaguardare il prodotto Dop. L’11% dei soci si è dichiarato contrario. Il restante 2% si è astenuto. “Con un Consorzio che diffonde informazioni e include nelle scelte in realtà si arriva ad una assemblea dove si va a ratificare quanto ormai sui territori è stato enormemente analizzato. E’ un percorso complesso perché richiede tanto tempo e tante energie ma crediamo che sia l’unico strumento per riuscire ad avere una filiera compatta e avere il contributo di tutti per avere una scelta ideale”.
Nel corso dell’assemblea sono stati presentati anche i dati economici di gennaio – settembre 2022: rispetto al 2021 le vendite sono aumentate del 2,9%. Hanno registrato il segno positivo sia i dati del mercato italiano che estero, che segnano rispettivamente un +4,4% e un più 1,3%. La preoccupazione per il futuro non manca: “Stiamo comprimendo enormemente i margini della filiera, il Parmigiano Reggiano non è aumentato di prezzo in questi due anni, contro altri prodotti che hanno aumentato del 30 – 40% del loro prezzo, il futuro prossimo dovrà vederci adeguare la situazione perché oggi diverse aziende fanno fatica a coprire i costi di produzione ma lo faremo insieme in modo adeguato e coordinato, unendo la filiera, questo è emerso, una filiera unita”.
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