REGGIO EMILIA – Lo Zio Sam è stato clemente. Almeno con l’Italia. La revisione dei dazi vigenti sulle importazioni dei prodotti europei hanno risparmiato il nostro Paese da inasprimenti.
Un sospiro di sollievo per il Parmigiano Reggiano, tra i prodotti dell’agroalimentare che a partire dal 18 ottobre scorso sono stati pesantemente colpiti da una tassazione fissata al 25%. La tariffa resta, dunque, invariata. “Il consorzio del Parmigiano Reggiano accoglie con entusiasmo la notizia – le parole del presidente Nicola Bertinelli – Abbiamo lavorato nella direzione giusta, facendo squadra con le altre indicazioni geografiche, credendo fermamente che la Commissione europea fosse l’unico tavolo al quale portare avanti la negoziazione. Il consorzio ha mantenuto coeso e compatto il mondo delle Dop: si è reso promotore di una cordata, insieme al ministero delle Politiche agricole e al Parlamento Europeo, per far sì che ci fosse un grande supporto al commissario Phil Hogan e al negoziatore John Clarke. Il fatto che gli Usa abbiano deciso di non incrementare ulteriormente i dazi porterà sicuramente un clima più disteso e oggettivo e – ci auguriamo – un riequilibrio del mercato con un prezzo all’origine più alto”.
Gli Stati Uniti, con 10mila tonnellate importate nel 2018 (in aumento del +33% rispetto al 2012), sono il primo mercato extra-europeo per il re dei formaggi le cui esportazioni nel paese a stelle e strisce avevano conosciuto un picco a ridosso dell’entrata in vigore dei dazi. Il momento successivo è stato invece contrassegnato da un blocco del mercato, con riduzioni dell’ordine del 23% in ottobre, 53% in novembre e 42% in dicembre.
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