REGGIO EMILIA – Nella giornata dedicata all’alimentazione, istituita dall’Onu il 16 ottobre, il mondo della ristorazione collettiva si è riunito a Reggio Emilia, dove ha sede Cirfood, per confrontarsi sulle esigenze di un settore che serve ogni anno 700 milioni di pasti all’anno, anche ad una utenza fragile come bambini e anziani: “Purtroppo non siamo così conosciuti – dice la presidente di Cirfood Chiara Nasi – e ci stiamo adoperando per far sì che anche a livello istituzionale questo settore venga riconosciuto anche dal punto di vista economico, ci venga riconosciuto un giusto prezzo, che significa avere la revisione in base all’Istat e in più vorremmo che anche il codice appalti che è appena entrato in vigore riconoscesse una sezione dedicata a questo settore, che è molto diverso dai lavori pubblici”.
E’ stata poi presentata una ricerca condotta da Ipsos, incentrata sul rapporto tra i nati a cavallo del millennio, la cosidetta Generazione Z e il cibo: è emerso che per il 44% dei giovani il rapporto è sereno, per il restante 56% la situazione è più complessa: “Esiste una quota di minoranza del 16% che ha un rapporto conflittuale con un 8% incamminato verso l’anoressia e un altro 9% che ha un rapporto molto sregolato – spiega il direttore di Ipsos Enzo Risso -. Poi abbiamo due raggruppamenti che sono più interessati ad alcuni aspetti del cibo: alcuni guardano l’aspetto più salutistico e poi una quota che è più concentrata sugli effetti che ha il cibo sul corpo, come i contenuti di zuccheri e grassi”.
Su questo è intervenuto anche lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet: “Il rapporto è complicato perchè il cibo rappresenta l’esistenza, le emozioni della vita – dice il professor Crepet -, quando le emozioni cambiano inevitabilmente cambia la nostra quotidianità e il cibo fa parte della nostra quotidianità”.
Il mondo della ristorazione collettiva a confronto a Reggio Emilia. VIDEO
17 ottobre 2023Il Cirfood District ha ospitato il primo summit. La presidente della cooperativa reggiana Chiara Nasi: “Chiediamo un giusto prezzo per il servizio che eroghiamo e che il settore sia riconosciuto nel codice appalti”