SANT’ILARIO (Reggio Emilia) – Il diniego di iscrizione alla white list è datato 1 settembre 2023. La Dg Service di Giambattista Di Tinco aveva avanzato alla Prefettura di Reggio richiesta di iscrizione per poter partecipare ad appalti pubblici. Dopo l’istruttoria il prefetto Maria Rita Cocciufa ha firmato il diniego. L’azienda non ha fatto ricorso al Tar, limitandosi a presentare memorie dopo l’avvio del procedimento. Giambattista Di Tinco non era ancora ai domiciliari, ma nel 2020 gli erano stati sequestrati 100mila euro, nell’ambito dell’operazione Billions, che aveva portato alla luce un maxi giro di fatture false.
L’arresto è arrivato nel febbraio del 2024 con l’operazione Minefield: secondo la Procura, come amministratore unico di alcune società cartiere, Di Tinco avrebbe procurato clienti per le fatture false dell’organizzazione. Accuse respinte dall’indagato. Dai domiciliari in Puglia, Di Tinco avrebbe però continuato ad amministrare la Dg Service di Calerno, azienda dai lui fondata nel 2008. Altri guai sono arrivati con l’operazione Ottovolante e Di Tinco questa volta è finito in carcere con le accuse di estorsione, minaccia e usura.
L’imprenditore, oggi 50enne, prima dell’arresto però aveva nominato un nuovo amministratore unico della Dg Service: al suo posto dal 18 dicembre 2024 c’è Francesco Falbo, di 22 anni. Fino alla fine dell’anno scorso la Dg Service srl contava 23 dipendenti e un capitale sociale di 10.400 euro, detenuto interamente da Di Tinco. Dopo il recente arresto, però, tutti i conti correnti sono stati messi sotto sequestro e i 15 dipendenti rimasti sono stati licenziati. Giambattista di Tinco è anche socio e rappresentante della D.G. Service sas (società in accomandita semplice), con sede legale in via Vico a Cella, azienda costituita nel 2006 che ha come attività il noleggio di attrezzature per lavori edili. L’altro socio è l’ex moglie, Filomena Arabia. Al 31 dicembre 2023 la società contava un solo addetto.
iscrizione white list prefettura Dg Service Giambattista Di Tinco diniego