REGGIO EMILIA – Fare i conti a casa degli altri, anzi con le case degli altri. E’ il tipo di approccio con cui il Comune si è lanciato per migliorare un quadrante del quartiere della stazione. La pensa così Norberto Vaccari, sei anni fa candidato sindaco a Reggio per il Movimento 5 Stelle, ma soprattutto architetto di mestiere. A suo avviso, per risolvere un problema complesso, l’amministrazione si è mossa come un elefante in una cristalleria, pensando effettivamente a una sostituzione di residenti con altri residenti.
“Il fatto di non avere inziato un progetto partecipativo vuol dire che tu cacci via una realtà sociale che bene o male lì è insediata – sono le parole dell’ex esponente 5 stelle -, perché ritieni che sia più importante metterci altre persone. O usi guanti di velluto e un’intelligenza sopraffina oppure sbagli come sta succedendo. L’ho definito un metodo da stato socialista, comunista. E’ sbagliato il fatto che gli interessati non sapessero nulla di questo progetto”.
“Mi fa pensare che il nostro sindaco si voglia fare ricordare come un grande imprenditore immobiliare“, afferma Vaccari, convinto che il valore di mercato che l’amministrazione vuole riconoscere per ottenere gli immobili in più casi non potrà corrispondere a quello reale. Nel contempo l’architetto grillino riconosce la necessità di un miglioramento del quartiere, sia sotto l’aspetto urbano che dal punto di vista dell’integrazione e della della coesione sociale di molti abitanti. Ma indecifrabili per lui sono i motivi dietro l’individuazione delle tre palazzine interessate.
“Non si capisce perché siano stati presi di mira quelli e non invece altri edifici più degradati. Personalmente avrei preferito lavorare con i proprietari, cogliendo le opportunità che adesso ci sono con l’incentivo del superbonus”.
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