REGGIO EMILIA – Arrivò a Reggio a ottobre 2020, in piena pandemia Covid e alla prima esperienza da provveditore. Paolo Bernardi è stato da subito chiamato agli straordinari.
“Ricordo che quella fu un’estate in cui ci illudemmo che tutto fosse finito, invece poi tornado in classe ci furono le recrudescenze e i nuovi casi. Allora, iniziò un’interlocuzione con le scuole: il cammino fu molto impegnativo, ma anche stimolante”.
Com’è il bilancio di 38 anni di lavoro nel mondo della scuola? “Molto positivo. Ho avuto la fortuna di lavorare in un ambiente nel quale si possono avere le esperienze emotivamente più coinvolgenti. Il segreto è stato anche avere cambiato spesso pelle, ogni 7-8 anni ho avuto la possibilità di fare esperienze diverse”.
Da dove partire per tornare a far sì che la scuola sia uno dei cardini del Paese? “Intanto, ridando agli insegnanti l’orgoglio della loro professione. La situazione però è molto complessa, intanto per una questione di prestigio economico. Dall’altra non basta, perché bisogna investire nella struttura perché gli insegnanti da soli possono fare poco”.
Cosa c’è nel futuro di Bernardi, di cui si fa il nome come prossimo presidente di Reggio Children? “Intanto, una settimana di vacanza con la famiglia. Poi, mi guarderò attorno, anche perché non è pensabile passare da tutto a niente”.














