REGGIO EMILIA – Stanchezza, dolori muscolari, disturbi di tipo neurologico o gastroenterologico, vertigini, stati d’ansia: sintomi anche molto diversi tra di loro che permangono a settimane, addirittura mesi, di distanza dalla fine della fase acuta del Covid.
E’ il “long Covid”, una sindrome che a due anni di distanza dall’inizio della pandemia è ormai classificata come una vera e propria patologia. L’Ausl di Reggio Emilia, unica finora in Regione, ha ideato un percorso per l’assistenza a questi pazienti. Non un semplice ambulatorio del post Covid, ma un progetto multidisciplinare che coinvolge diversi professionisti: dai cardiologi ai neurologi, ai reumatologi. “Sono dati che, a livello locale, sono venuti fuori da una indagine epidemiologica dove si è visto quali sono stati i consumi di prestazione nel post Covid, nella fase post acuta, attraverso una valutazione dell’aumento del numero delle visite ambulatoriali”, le parole di Nicola Facciolongo, direttore del reparto di Pneumologia dell’Ausl, a “Il Medico e il cittadino”.
I primi a fare da filtro sono i medici di base: sono loro a creare un contatto diretto con lo specialista a seconda delle esigenze del paziente. Per il “long Covid” si possono utilizzare terapie farmacologiche, ma molto può fare la riabilitazione: dalle semplici passeggiate a veri e programmi sanitari, passando per gli esercizi che si possono eseguire a domicilio come indicato sul sito dell’Ausl. “Il poter effettuare esercizi di riadattamento all’esercizio, di riallenamento, hanno evidenziato un ruolo importante nel contrastare questa sintomatologia”, ha invece affermato Mirco Lusuardi, direttore del dipartimento di Riabilitazione di Ausl.
Reggio Emilia ausl reggio emilia Il medico e il cittadino long covid










