REGGIO EMILIA – “Con un colpo di spugna sono state gettate via tutte le maldicenze che mi hanno perseguitato per troppo tempo. E’ stata ridata la giusta dignità alla mia reputazione, ma non è possibile subire anni di indagini senza mai essere ascoltato”. Sono le parole di Dante Bigi, 71enne fondatore ed ex presidente del colosso della commercializzazione dei formaggi Nuova Castelli, il cui sentimento è ambivalente: da una parte la soddisfazione, dall’altra, dice, l’amarezza per tutto questo tempo trascorso. Dopo sette anni la posizione dell’imprenditore è stata archiviata dal gip di Parma Adriano Zullo su richiesta dello stesso sostituto procuratore Emanuela Podda. E’ caduta quindi l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode nei confronti dell’attuale presidente di Airone Seafood riguardo all’ipotesi di un suo coinvolgimento in un presunto maxi giro di forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano contraffatte e non conformi ai disciplinari di produzione. Un’indagine esplosa nel 2015.
Bigi, che nel dicembre 2021 fu tra l’altro vittima di una violenta rapina nella sua villa di via Tassoni a Reggio quando un commando di quattro persone lo legò e imbavagliò, è stato assistito dagli avvocati Giovanni Tarquini e Federico Cecconi. “Avrei potuto far risparmiare tempo spiegando la mia versione degli eventi e avrei anticipato l’archiviazione del procedimento'”, dice ancora Bigi. Soddisfazione anche da parte dell’amministratore delegato di Airone Seafood che opera nel settore delle conserve ittiche, Sergio Tommasini: “Questa vicenda ha creato qualche retroazione negativa sulla nostra attività aziendale e sono contento che si sia messa la parola fine. Il nostro presidente riscatta il proprio prestigio professionale e imprenditoriale che da parte nostra non è mai stato messo in discussione”.
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