REGGIO EMILIA – E’ solo un capitolo di una complicatissima vicenda che si chiude: la condanna in primo grado per l’ex vicesindaco di Guastalla Marco Lusetti. Secondo il giudice Matteo Gambarati il testamento che Lusetti aveva depositato dal notaio Giorgia Manzini con le ultime volontà del critico d’arte Alberto Agazzani è falso. Per questo Lusetti è stato condannato a un anno, pena sospesa, e al pagamento delle spese processuali.
La sentenza si è basata in primo luogo sulla perizia svolta dalla grafologa forense Nicole Ciccolo, nominata dal tribunale. Il pubblico ministero Mara Rita Pantani aveva chiesto una condanna a due anni e 4 mesi, per il reato di falso in testamento olografo: nel documento Lusetti veniva nominato erede universale di Agazzani. Il critico d’arte fu trovato morto il 16 novembre 2015 nel suo appartamento di via Farini. Aveva 48 anni.
Secondo il pubblico ministero il movente era di natura economica, Lusetti risultava nullatenente ed aveva anche chiesto il reddito di cittadinanza. Il suo unico errore – secondo la procura – “essersi rivolto a un notaio che aveva saggi comparativi di Alberto Agazzani e ha sottolineato in Procura le anomalie”.
Tesi smentita dal legale difensore di Lusetti, l’avvocato Erica Romani, secondo cui il fatto che abbia portato il testamento da un notaio amico di Agazzani è una dimostrazione di buona fede. Romani valuterà ora se fare appello. Lusetti è stato invece assolto per il reato di truffa.













