REGGIO EMILIA – Un museo dell’Archivio di Stato fu costituito fin dai primi anni dell’esistenza dell’istituto e ha seguito i suoi mutamenti di sede. Del suo patrimonio fanno parte una serie di oggetti pervenuti anche dall’archivio storico del Comune, come spiega la direttrice dell’Archivio di Stato, Stella Leprai. “Queste, ad esempio, sono delle cassette che erano pensate per custodire i documenti attestanti i diritti sulle acque, quindi con una funzione importantissima”.
Una raccolta di sigilli di notai contiene ben 258 pezzi, che vanno dal 1645 al 1859. “Quando un notaio smetteva di rogare o perché abbandonava la professione o perché moriva, la documentazione da esso prodotta veniva versata all’archivio notarile insieme al sigillo”. Per impedire usi truffaldini, i sigilli dismessi venivano graffiati con una lima. “Qui invece abbiamo una collezione di monete, alcune delle quali risalgono al periodo romano”.
Alle pareti, sia nella sala del museo che nell’atrio antistante, antiche mappe della città e del reticolo idrografico della provincia, oltre a una serie di fotografie, risalenti alla fine dell’Ottocento, che documentano l’abbattimento delle mura della città. “Causa tutt’oggi qualche rimpianto, ma in realtà all’epoca avevano perso la propria funzione difensiva e rappresentavano un ostacolo all’espansione anche economica e commerciale della città”, ha spiegato Leprai.
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