REGGIO EMILIA – “Questo è un altro pezzo importantissimo che custodiamo qua in Archivio di Stato, si tratta di un’opera di Andrea Banzoli risalente all’anno 1720”. Il viaggio fra le memorie conservate nell’Archivio di Stato reggiano ci porta al 1.700, alla scoperta di un volume dell’archivio dei cavamenti, l’ufficio che si occupava della gestione delle acque nel territorio reggiano.
Stella Leprai, direttrice dell’Archivio di Stato reggiano: “Sicuramente, questa è un’immagine che molti reggiani conoscono della città murata: la cittadella, con le sue mura, che poi sarà abbattuta alla metà dell’Ottocento, il ghetto, con le sue sei porte”. Allegata al volume c’è una imponente rappresentazione grafica del percorso del canale di Secchia, che da Castellarano portava l’acqua alla città di Reggio. L’acqua, come oggi, serviva all’irrigazione e agli usi quotidiani, ma era anche la forza motrice dell’epoca, indispensabile per il funzionamento dei mulini o dei folli, dove le ruote idrauliche muovevano i macchinari per la concia delle pelli o per conferire compattezza ai tessuti.
“Il percorso del canale è rappresentato con grande precisione, ovviamente con un focus su quelle che sono le attività che erano collegate all’uso dell’acqua. Ma ci sono anche degli elementi che rimandano più in generale al paesaggio costruito, quindi le cittadine di Scandiano, di Casalgrande”, ha commentato Leprai.
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