REGGIO EMILIA – Siamo a 80 anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. E’ l’anniversario di una data fondante della nostra Repubblica. Telereggio avvia un percorso di memoria sui mesi convulsi seguiti al 25 aprile 1945. Cominciamo da una riflessione sulle vittime, dell’una e dell’altra parte
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E’ una società dolorante quella che esce dalla lotta di Resistenza al nazifascismo. C’è gioia, certo, per la sconfitta dell’occupante tedesco e di quanti con la Repubblica di Salò si sono messi al suo servizio. Ma c’è anche un carico di dolore, di rabbia e di desiderio di vendetta. Il movimento partigiano, forte di circa 10.000 uomini e donne in provincia di Reggio, ha subito il sacrificio di più di 500 caduti, di 327 feriti e 144 invalidi. Dietro a ognuno di questi numeri c’è una storia, una famiglia in lutto, spesso con l’angoscia del racconto delle atrocità inflitte al loro caro con le torture prima della morte.
E’ viva più che mai la pena per le 69 stragi censite in provincia di Reggio, in cui hanno perso la vita ben 368 persone, fra civili e partigiani, da Cervarolo alla Bettola, da Legoreccio a villa Sesso, da Cadé a Calerno, da Bagnolo a Luzzara, oppure per il massacro di interi nuclei familiari, dai Cervi ai Manfredi, ai Miselli. Per mesi, dopo la Liberazione, si tengono funerali per dare a quei corpi recuperati la dignità di una sepoltura con la partecipazione della comunità.
I reggiani hanno visto le file di cadaveri di fucilati sui bordi delle strade o nelle piazze, lasciati esposti sulla neve o sotto il sole d’estate per incutere terrore. In questo clima è difficile evitare le azioni di vendetta di singoli o di gruppi, con uccisioni e occultamento dei cadaveri in fosse anonime, come a Campagnola.
Il calcolo è di circa 110 morti fascisti nei mesi di aprile e maggio 1945, dei 430 complessivi durante il periodo della Repubblica di Salò, il 90% dei quali appartenenti alla Guardia nazionale repubblicana e alla Brigata Nera, entrambi corpi militari del regime addetti alla lotta antipartigiana. Già a giugno la fiammata furiosa si placa. Per giudicare i fascisti, in tutte le province sono create le Corti di Assise straordinarie. (1/continua)
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