REGGIO EMILIA – Il piano Transizione 5.0 era stato presentato come una grande occasione per le imprese: un sostegno concreto per accompagnarle nella doppia sfida della digitalizzazione e della sostenibilità. Ma la storia si è chiusa molto più in fretta del previsto. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha annunciato la chiusura anticipata del sito per le domande. La dotazione iniziale doveva essere di oltre 6 miliardi di euro, ma alla fine le risorse effettive si sono fermate a circa 2,5 miliardi con i fondi restanti destinati al Governo ad altri interventi. Una cifra che si sta rivelando gravemente insufficiente e inadeguata rispetto alle domande particolarmente complesse per quanto riguarda l’analisi progettuale.
La reazione del mondo produttivo è stata immediata: sorpresa, malcontento e preoccupazione. Molte imprese avevano già fatto investimenti consistenti, acceso mutui e ordinato macchinari per milioni di euro. Protesta la Cna provinciale che attraverso la controllata Prefina srl, ha seguito 40 progetti e domande delle imprese reggiane del settore manifatturiero, della meccanica, dell’agricoltura e dell’agroalimentare.
“E’ una decisione inaspettata, che in qualche modo modifica le regole del gioco, dal momento che le imprese avevano come tempi il 31 di dicembre di questo anno. Il provvedimento era già stato fortemente criticato dalla nostra associazione rispetto alla complessità e alla farraginosità del provvedimento stesso – le parole di Azio Sezzi, direttore generale di Cna Reggio Emilia – Ora questa decisione rischia davvero di mettere in difficoltà centinaia di imprese e artigiane industriali della nostra provincia l’auspicio è che il ministro Russo prenda in mano la situazione rapidamente in modo da garantire le risorse che erano state a suo tempo assicurate, per sbloccare una situazione che sta diventando veramente molto delicata”.
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