REGGIO EMILIA – L’attesa del treno avviene seduti a terra, direttamente sulla banchina. Le gambe ciondolano sul pietrisco, a mezzo passo dai binari.
La scena si ripete da anni alla stazione Santo Stefano, in viale Trento Trieste, quartiere Gardenia. Si tratta di gruppi di studenti delle scuole superiori, che paiono ignorare il significato della riga gialla – che non va oltrepassata, specie nel momento in cui il convoglio sta per arrivare – Molti giovani pendolari hanno invece preso l’abitudine di occupare l’estremità del marciapiede per poi liberarla soltanto al fischio di avvertimento lanciato del macchinista, vale a dire poco prima che giunga il convoglio.
Una precisazione è d’obbligo: la fermata, che fa parte della linea locale Reggio-Ciano, non è interessata da corse in transito. Possibili conseguenze dal punto di vista della sicurezza sono tuttavia da tenere in considerazione. Oltre che alla inosservanza delle regole, il comportamento indisciplinato può essere riconducibile alla scarsità di panchine presenti nell’infrastruttura. Sedute che, in tempo di Covid, per giunta non sono del tutto sfruttabili.
La situazione è nota a Fer e si ripete analoga in altre stazioni reggiane. Il personale della società costantemente richiama i ragazzi alla correttezza, ripristinando il ritorno a una ordinata condotta. Obiettivo che viene raggiunto anche in occasione dei periodici controlli da parte della polizia ferroviaria, i cui agenti intervengono per monitorare il fenomeno.
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