REGGIO EMILIA – Il 39enne reggiano Giulio Cornelli, indagato nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano e dalla Dda lombarda su attività di spionaggio illecito messe in atto dalla società di investigazioni Equalize Srl con sede nella città meneghina, sta pensando di percorrere la strada del patteggiamento.
Difeso dall’avvocato Giovanni Tarquini, a fine luglio Cornelli ha ricevuto, al pari di altre 14 persone, l’avviso di fine indagini. Secondo le accuse, si sarebbe occupato delle intercettazioni abusive e dell’acquisizione illecita di dati fiscali: nel mirino dell’organizzazione erano finiti imprenditori, politici, artisti. Stando a quanto emerso dalle indagini, l’obiettivo era quello di ricattare le vittime oppure elaborare dei dossier da rivendere a terzi. Per questo, in concorso con altri, Cornelli deve rispondere di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici e intercettazioni illegali.
Per la società di cui è amministratore e socio unico, la “Develope and go” con sede in via Gandhi 20 (zona Canalina) era stato disposto il sequestro preventivo dell’intero capitale sociale. Dopo essere stato ai domiciliari da ottobre ’24 a marzo ’25, Cornelli era stato rimesso in libertà. Nell’avviso 415 bis non compaiono, invece, gli altri tre reggiani che erano stati indagati per aver collaborato con lui.
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