CORREGGIO (Reggio Emilia) – In una circostanza il personale è stato praticamente preso in ostaggio e minacciato da un paziente che brandiva un’asta di ferro. Il giorno successivo ci sono state altre aggressioni con addirittura un tentativo di strangolamento. Sono solo due degli episodi che in una nota unitaria Cgil, Cisl e Uil denunciano come la normalità al servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura di Correggio. I lavoratori – trenta dipendenti tra infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici della riabilitazione psichiatrica – parlano di un vero e proprio stato d’assedio e contano sette aggressioni nell’ultimo mese. “Il personale ha paura ad andare a lavorare”, dicono i rappresentanti sindacali.
“Si tratta di una situazione drammatica che abbiamo denunciato ai vertici dell’Ausl – spiega Alberto Ansaloni (Fp Cisl Emilia Centrale) – Abbiamo chiesto due azioni immediate: la definizione di regole comuni per l’intervento delle forze dell’ordine, la seconda il rientro del diagnosi e cura nel distretto di Reggio, dove era fino al 2018. L’Auls ha espresso parere positivo, ma chiediamo tempi celeri e certi”.
Secondo i sindacati infatti Reggio ha una maggiore presenza di forze dell’ordine e di polizia locale, inoltre i servizi aziendali, a partire dalla rete dell’Emergenza Urgenza, sono più vicini e con risorse maggiori rispetto all’ospedale di Correggio. “Occorre trovare soluzioni tempestive, dobbiamo anticipare il problema – è la conclusione del comunicato – Non aspettiamo che ci scappi la tragedia o peggio il morto”.
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