REGGIO EMILIA – Torniamo a parlare dei dieci lavoratori interinali che fino a fine dicembre erano in forza negli uffici della prefettura e della questura. I loro contratti non sono stati rinnovati, con ripercussioni sulle pratiche legate all’immigrazione.
***
Dieci mesi fa la nostra provincia contava quasi 3mila sfollati arrivati dall’Ucraina. Il loro permesso di soggiorno temporaneo scade tra una manciata di settimane. Ancora non è chiaro se sarà automatico il rinnovo. In caso contrario, per l’ufficio unico immigrazione si tratterà di una significativa mole in più di pratiche da disbrigare.
Nei giorni scorsi i sindacati hanno lanciato l’allarme per il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato di dieci impiegati assunti quasi due anni fa. Inizialmente si occupavano esclusivamente delle domande della sanatoria 2020 per i lavoratori irregolari: sul territorio reggiano ne erano state presentate 3665. Una su quattro è stata rigettata per mancanza dei requisiti o per altri motivi. Nel 96% dei casi, le persone da far emergere dall’irregolarità sono risultate lavoratori in ambito domestico, prevalentemente colf e badanti. La quota residua del 4% ha riguardato invece attività nell’agricoltura.
La richiesta di regolarizzazione, al costo di 500 euro, doveva provenire dal datore di lavoro. Significa che a farsi avanti, da noi, sono state oltre 2500 famiglie reggiane, molte delle quali si sono rivolte ai patronati. A quasi due anni e mezzo dall’introduzione della sanatoria, sono una cinquantina le istanze rimaste da chiedere. La lentezza della macchina burocratica ha fatto sì che in diversi casi venisse meno la disponibilità di chi era intenzionato ad assumere.
Reggio Emilia questura reggio emilia immigrazione burocrazia ufficio passaporti