REGGIO EMILIA – A lezione anche d’estate. Lo scenario non piace ai diretti interessati, che si sentono in un certo senso colpiti nell’orgoglio da quella che finora è soltanto un’ipotesi. Le ore di lezione si sono svolte, la programmazione non ha subìto intoppi. Di ragioni per andare a scuola più giorni del previsto gli studenti non ne vedono.
L’atteggiamento si ribalta, però, qualora l’ipotesi suggerita dal premier in pectore Draghi fosse indirizzata a rafforzare i cosiddetti corsi di recupero, un tipo di attività già prevista alle superiori. Dello stesso avviso è Ilenia Malavasi, vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione: “Ci sarà da capire se i ragazzi avranno bisogno o meno di attività di recupero, per non perdere nessuno. Uno dei problemi che la ‘dad’ ci ha posto è stato proprio l’aumento della dispersione scolastica o l’aumento di disagi giovanili”.
Al di là della temperatura torrida nelle aule, problemi di tipo logistico e organizzativo non vengono nascosti da Malavasi, che vede tuttavia praticabile il progetto di una scuola che offra opportunità anche dopo l’ultima campanella dell’anno.
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