POVIGLIO (Reggio Emilia) – Un lavoratore a casa in infortunio monitorato dall’azienda attraverso una agenzia di investigazione privata. A sollevare il caso è la Fiom, che ha indetto uno sciopero di 2 ore per turno, con presidio davanti ai cancelli dello stabilimento.
Siamo in via Albert Einstein, alla Hce, realtà metalmeccanica specializzata nella costruzione di gru e appartenente a un importante gruppo olandese. Si tratta di una ditta che conta 250 dipendenti. “Non è – scrive il sindacato in una nota – il classico sciopero ‘economico’ all’interno di una vertenza per il rinnovo del contratto aziendale, contratto che qui è stato rinnovato lo scorso anno senza troppi scossoni. Si tratta invece di uno sciopero di protesta contro la violazione delle libertà individuali e della privacy”.
Secondo quanto riferisce il funzionario Fiom Valdis Righi, “per la terza volta negli ultimi due anni, un lavoratore è stato sottoposto a procedimento disciplinare per aver svolto attività del tutto banali e quotidiane mentre si trovava a casa propria in seguito a un infortunio sul posto di lavoro. Attività che a giudizio dell’azienda erano non conformi alla condizione di infortunato e sono state rilevate, con dovizia di dettagli, attraverso un’agenzia di investigazione privata”. Lo stesso sindacato, annunciando battaglia, parla di “grande fratello” e di “invasione di spazi privati”.
La replica del direttore generale Davide Zanotti
“L’azienda non può che contestare la ricostruzione del sindacato e ribadire come il rispetto della privacy e della libertà dei propri dipendenti sia sempre al primo posto nella gerarchia dei propri valori. Valori, norme e regole che, a differenza di quanto sostenuto dal sindacato, sono stati integralmente rispettati.
Quanto al merito della vicenda, HCE non intende entrarvi in quanto vi è un procedimento disciplinare tuttora in corso e comunque ritiene di dover salvaguardare la riservatezza di tali aspetti anche nel caso che sia lo stesso lavoratore ad aver deciso di farne oggetto di conoscenza pubblica”.