CASTELLARANO (Reggio Emilia) – Quali sono le origini del dissesto dello Scatolificio La Veggia? Come è stato possibile che l’azienda di Roteglia sia arrivata ad avere 17 milioni di debiti verso l’Agenzia delle Entrate e quasi 5 verso l’Inps per l’omesso versamento dei contributi previdenziali?
Il dissesto si è manifestato nell’aprile 2022, quando l’amministratore unico Angelo Rodolfi presentò domanda di concordato in tribunale. Ma il commercialista modenese Gianluca Riccardi, attestatore della proposta concordataria, fa risalire la situazione di crisi dell’azienda almeno al 2018. L’anno precedente il fatturato era stato di 65 milioni, nel 2021 era sceso sotto i 40. Tutti i bilanci degli ultimi anni sono in perdita, con un disavanzo 2021 di oltre 13 milioni di euro. La situazione patrimoniale al 31 luglio 2022 parla di perdite cumulate per quasi 43 milioni di euro, che hanno azzerato il capitale sociale.
Il pacchetto azionario dello Scatolificio La Veggia è detenuto da Laveggia srl, società della famiglia Giacopini. Anche Laveggia srl non se la passa bene. L’ultimo bilancio depositato risale al 2017 e contro la società pendono un procedimento per la dichiarazione di fallimento e un decreto ingiuntivo di 4,3 milioni di euro. Per fronteggiare la crisi di liquidità, anche Laveggia srl ha chiesto il concordato preventivo. Nel giugno dell’anno scorso il tribunale ha nominato commissario giudiziale il commercialista reggiano Luigi Attilio Mazzocchi.
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