REGGIO EMILIA – Famiglie e soprattutto imprese, che visto l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime hanno più bisogno di liquidità, fanno ricorso in modo sempre più consistente a prestiti. A fine giugno 2022 sono risultati in aumento del 9,5% i prestiti erogati dal sistema di credito rispetto allo scorso anno; gli impieghi bancari si sono così portati a 21,11 miliardi di euro.
I dati della Banca d’Italia e analizzati dall’ufficio studi della Camera di Commercio evidenziano aumenti sia per le aziende reggiane (+8,5%) sia per le famiglie (+5%), anche se l’incremento più rilevante riguarda le società finanziarie e assicurative cui va, complessivamente, oltre il 23% del credito erogato nella nostra provincia.
Ad assorbire la maggior parte degli impieghi bancari è comunque il mondo delle imprese, che si attesta al 49%, seguito dalle famiglie con il 26%. Gli andamenti sono molto diversificati a seconda del settore di attività: il comparto edile, ad esempio, a conferma di un trend positivamente segnato da bonus e superbonus, ha diminuito ulteriormente il ricorso al credito bancario con una inversione di tendenza evidenziata dal passaggio, in dodici mesi, dal +2,3% del giugno 2021 al -3,6% registrato quest’anno.
Le attività manifatturiere, al contrario, evidenziano un ulteriore e sensibile aumento del ricorso al credito bancario: dal +1,9% del giugno 2021 si arriva, infatti, al +15,5% del giugno 2022, con un valore complessivo pari a 5,22 miliardi di euro. La maggior parte delle imprese riesce a rispettare i piani di ammortamento dei prestiti, anche se rispetto alla media generale si segnala un picco del tasso di deterioramento del credito dell’1,6% proprio per le imprese manifatturiere. In questo contesto le famiglie ma soprattutto le imprese faticano a risparmiare.
L’aumento dei depositi appare in crescita molto contenuta: un modesto +1,3% che ha portato il totale del risparmio reggiano rappresentato da depositi e titoli a custodia presso le banche a 32 miliardi di euro alla fine del giugno scorso. “Le difficoltà sul risparmio – rileva la Camera di Commercio – si sono accentuate nel primo semestre 2022, con il valore dei titoli in calo e una flessione complessiva anche per i depositi in conto corrente”.
Servizio Tg di Giulia Gualtieri













