REGGIO EMILIA – Il rialzo dei tassi di interesse sta spingendo i conti delle banche, che stanno approfittando della stretta creditizia varata dalla Banca centrale europea con l’obiettivo di far calare l’inflazione. Dopo il nuovo aumento della settimana scorsa, i tassi hanno superato la soglia del 3%. Ma già i rialzi dei mesi scorsi hanno dispiegato effetti notevoli.
I profitti delle banche sono costituiti essenzialmente da due voci, di peso più o meno uguale: le commissioni e il margine di interesse. Se nel 2022 le commissioni sono rimaste sostanzialmente stabili, il margine di interesse è invece cresciuto sensibilmente. Il margine d’interesse registrato l’anno scorso dal Credem, ad esempio, è stato superiore di 165 milioni di euro rispetto al 2021, con un balzo del 33%. Gruppi bancari di dimensioni maggiori hanno segnato crescite ancora più corpose in termini assoluti: 321 milioni di margine d’interesse in più per Bper Banca, 273 per Bpm.
Un discorso a parte va fatto per Unicredit, gruppo bancario con forte radicamento nella nostra provincia ma di respiro internazionale. In questo caso, il rialzo dei tassi ha fatto crescere il margine d’interesse di 1,371 miliardi di euro, portando questa voce nel bilancio a sfiorare i 10 miliardi. Questo fenomeno è destinato a durare. Per marzo la Bce ha già annunciato un altro aumento di 50 punti base e altri ne seguiranno, con l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2%.
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