REGGIO EMILIA – Non è la prima volta che sui muri reggiani compare una svastica. All’inizio dell’anno fu sfregiata la targa che ricordava i fratelli Vecchi, cui è stato dedicato un parco nella zona di Masone. Poi, altre riproduzioni del simbolo nazista apparvero sul Municipio di Cavriago nella notte tra il 24 e il 25 aprile. Ultimamente, anche in piazza del Popol Giost a Reggio, l’emblema del nazionalsocialismo è stato disegnato da mano ignota.
Forse lo stesso autore ha colpito anche in via Nobili, sul muretto che divide la strada dal pedonale che fiancheggia il teatro Valli. In quel punto si ritrovano spesso moltissimi ragazzi, studenti dei vicini istituti superiori. Su una scritta in vernice blu che ricorda che le persone di colore contano, è arrivata la svastica. Un messaggio chiaro. Un tempo erano gli ebrei le persone di “serie B”, in via Nobili i neri.
Mentre la senatrice Liliana Segre, incontrando i giovani, ha ricordato ancora una volta la brutale violenza del pensiero nazista, altri continuano a diffonderne il pericolosissimo disegno. Il 4 ottobre scorso Carlo Smuraglia, 97enne ex presidente nazionale dell’Anpi, nel presentare a Bibbiano il suo libro Antifascismo quotidiano ha messo in luce come proprio gesti come il disegno della svastica sui muri diventino un volano insidioso per il ritorno del barbaro pensiero. Al fianco di un lavoro di spugna che tolga la svastica, servirà come sempre un lavoro ancora più attento e certamente più complesso di educazione nelle scuole e non solo.
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