REGGIO EMILIA – “Perché mi volete abbattere?”. La domanda compare sui cartelli a fianco di alcuni alberi interessati dal cantiere che darà un nuovo volto a viale Umberto I.
Piccoli manifesti colorati che sono stati posizionati sabato dai cittadini del comitato che contesta l’opera, tornato sul piede di guerra in seguito alla rimozione di 5 tigli le cui condizioni erano state giudicate buone da un censimento con cui l’agronomo incaricato del Comune aveva individuato anche altri 13 tigli in analogo stato. La posizione di questi ultimi è in prossimità della rotatoria che sta sorgendo all’incrocio con via Codro. Visto il preludio, pare segnato anche il loro destino.
Una vicenda finita oggetto di un esposto in procura da parte del Movimento 5 Stelle e che ha portato il comitato a chiedere le dimissioni dell’assessora all’Ambiente, Carlotta Bonvicini, accusata di non essere riuscita a cambiare di una virgola il progetto di riqualificazione nonostante le 2.500 firme raccolte a sostegno di una mozione che aveva
chiesto e ottenuto un percorso partecipato. “Davanti a 2.500 firme – ha detto Ugo Pellini, ex membrio della Consulta verde da cui si è dimesso da un paio di giorni – avrebbero dovuto andare in contro a qualche esigenza dei residenti, invece il progetto non l’hanno modificato affatto”.
Un compromesso era possibile secondo Pellini, esperto botanico, ambientalista da 40 anni, gli ultimi 15 dei quali con un ruolo nella Consulta verde del Comune da cui si è dimesso, spiega, anche per rafforzare la stessa Bonvicini che
ha dovuto, a suo avviso, piegare la testa di fronte a decisioni prese da altri, come avvenuto anche per il cantiere di via Luxemburg. Con la sua uscita Pellini auspica, inoltre, una riforma del regolamento sul verde e della Consulta stessa, compresa la rimozione di una clausola di riservatezza che l’amministrazione vorrebbe imporre a chi ne fa parte: “Imporre la segretezza a me a 72 anni mi fa un po’ ridere – ha detto Pellini – Il bavaglio non me lo mette nessuno alla mia età”.













