REGGIO EMILIA – In provincia di Reggio sono cementificati oltre 25mila ettari, l’11% del totale. Il capoluogo è al terzo posto in Italia per consumo di suolo nell’ultimo biennio, ma pesa il cantiere della Tangenziale Nord da parte di Anas. A dirlo il rapporto dell’Ispra presentato stamattina
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Reggio Emilia al quinto posto in Italia per incremento della superficie consumata, al terzo tra i comuni con più di 100mila abitanti, tra il 2022 e il 2023. A dirlo il Rapporto dell’Ispra presentato stamattina che calcola in 43 ettari il suolo naturale consumato in città nel biennio. Un dato, si legge nel rapporto, “legato principalmente ai cantieri per la realizzazione della nuova tangenziale a fianco della via Emilia e ai lavori di riqualificazione del parco della Reggia Ducale di Rivalta, con aree temporaneamente consumate e che in previsione verranno rinaturalizzate”.
A conferma di questa analisi, c’è il dato riferito solo al 2023 che non vede il comune capoluogo nei primi trenta posti della graduatoria, essendo stati computati i due cantieri nell’annualità precedente. A livello provinciale gli ettari consumati sono arrivati nel 2023 a 25.211 ettari, l’11% del totale, con 478 metri quadrati per abitante e un consumo medio nel biennio 2022-2023 di 114 ettari.
Dati che collocano la provincia reggiana al secondo posto in Regione, alle spalle di Rimini, per la percentuale di territorio consumato; al quinto, in relazione agli abitanti e al terzo per ettari consumati negli ultimi due anni. Numeri in linea comunque con tutte le province della pianura emiliana-lombardo-veneta che, si legge nel rapporto, presentano una densità sopra la media nazionale, quasi senza eccezioni.
A livello nazionale, però, il rapporto Ispra 2024 evidenzia una frenata nel consumo di suolo che continua comunque ad avanzare a ritmi importanti: 20 ettari ogni 24 ore. In Italia nel 2023 risultano cementificati più di 21.500 km2 dei quali l’88% su suolo utile. In calo costante quindi la disponibilità di aree verdi con meno di un terzo della popolazione urbana che riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri.
Gli incrementi maggiori per l’ultimo anno si sono verificati in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815) e Lombardia (+780); con l’Emilia Romagna al primo posto (+735 ettari) se si escludono le aree ripristinate.
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