REGGIO EMILIA – Il 2021 è stato l’anno della ripresa dopo il Covid, le imprese hanno ricominciato a lavorare e gli infortuni sul lavoro sono tornati ad aumentare. In provincia di Reggio sono morte 15 persone, 11 gli infortuni mortali nel 2020, numero comunque elevato visto lo stop per diversi mesi di molte attività e le restrizioni imposte dalla pandemia. Nel 2021 sono stati 9.177 gli infortuni denunciati a livello provinciale, nel 2020 erano 8.505, con un aumento del 7,9%.
Sono dati Inail raccolti dalla Cgil Emilia Romagna che ha deciso di dotarsi di un !Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali1. In aumento anche queste ultime del 36,2 %: sono passate da 826 nel 2020 a 1.125 lo scorso anno. “Gli infortuni – afferma la Cgil – colpiscono in maniera più dura le lavoratrici e i lavoratori più fragili ed esposti (donne, migranti, precari)”.
I settori che nel 2021 hanno registrato il numero maggiore di morti in Emilia-Romagna sono il trasporto e magazzinaggio, le costruzioni, l’agricoltura e il commercio. Il maggior numero di denunce invece arriva dalla sanità e dall’assistenza sociale: ben 8.684 a livello regionale nel 2020, 5.391 nel 2021. E’ l’unico comparto in cui nell’anno del Covid sono aumentati gli infortuni e ora stanno diminuendo. Sono stati 5 i morti in Emilia Romagna nel 2020 nella sanità. Un aumento degli infortuni nel 2021 si è registrato invece in tutti gli altri settori: commercio e riparazione, trasporto e magazzinaggio, costruzioni e agricoltura in primis.
“I dati consegnano un imperativo – conclude la Cgil – il tema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro deve tornare ad essere una priorità assoluta per le istituzioni a tutti i livelli”. Il sindacato chiede investimenti sulla prevenzione, sul rafforzamento dei controlli e degli organismi ispettivi e soprattutto sulla formazione.
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