REGGIO EMILIA – E’ morto questa mattina all’alba, a 97 anni, uno dei decani della Chiesa reggiana: monsignor Eleuterio Agostini. Sacerdote da 74 anni, con la sua personalità ha lasciato un’impronta profonda. I funerali mercoledì 21 luglio alle 10 in cattedrale a Reggio. Questa sera e domani alle 20.30 nella chiesa di Sant’Alberto la recita del rosario.
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“Mia madre disse a monsignor Bronzoni: guardi che noi non spingiamo perché nostro figlio diventi prete e neppure lui lo vuole. Ricordo Bronzoni che disse: ‘Signora, queste cose non dipendono né da me, né da lei”.
Monsignor Eleuterio Agostini rievocava così, l’11 febbraio 2020, ospite di Decoder, le circostanze in cui, 75 anni prima, era maturata la sua vocazione. Originario di Castelnovo Monti, non era stato ammesso alla scuola tecnica. E così genitori lo iscrissero al seminario di Marola, retto allora da Luigi Bronzoni.
Cominciò così il suo lungo viaggio nella Chiesa reggiana. Nel giugno del ’47 fu ordinato sacerdote. E sacerdote lo è stato in pieno, don Eleuterio. Come collaboratore di don Mario Prandi per le Case della Carità, come prete operaio nei primi anni Settanta, come parroco di Sant’Alberto di Gerusalemme dal ’75 al 2009, soprattutto forse come assistente diocesano prima dei giovani dell’Azione Cattolica e poi delle Acli. Uomo di fede al 100%, ma sempre pronto ad interrogarsi sui cambiamenti. Proprio lui, che ormai era molto anziano, aveva sollecitato la Chiesa a cogliere le trasformazioni della società
“Certamente, la Chiesa deve adeguarsi a questo sviluppo. Anzi, a mio parere siamo un po’ in ritardo da questo punto di vista”.
Monsignor Agostini si è spento questa mattina all’alba presso la Casa della Carità cittadina ‘Beata Vergine della Ghiara’, a tre mesi dal traguardo dei 98 anni. Per molti cattolici, alcuni dei quali hanno meno della metà dei suoi anni, è stato un punto di riferimento di cui sarà difficile fare a meno.
Le reazioni e i messaggi di cordoglio
“Il suo carisma era intatto e lui lo spendeva senza riserve per la sua missione. Figura solida e sobria, fino all’ultimo non si sottratto al suo ministero, ai poveri di ogni genere”. Lo ricorda cosi il sindaco di Reggio, Luca Vecchi. “Fu tra i primi – ricorda – ad accogliere migranti e senza tetto. Don Eleuterio, ricordato come il prete operaio, ci lascia un patrimonio spirituale e civile inestimabile”.
Condoglianze e un ricordo anche dalla segretaria provinciale del Pd Gigliola Vanturini: “Sempre attento al sociale, uno sprone alla politica e un punto di riferimento per tutti”.
Poi Il saluto della presidente Innocenza Grillone della Fondazione Durante Dopo di Noi: “La scomparsa di un amico vero della Fondazione. Nella sua chiesa e nella sua parrocchia le persone con disabilità avevano pieno diritto di visibilità e di cittadinanza”.
Chi era mons. Eleuterio Agostini
(di Giuseppe Adriano Rossi)
Nato a Castelnovo Monti il 12 ottobre 1923, dove ha frequentato le elementari, ha poi studiato a Marola e qui è maturata la decisione di diventare prete. E’ stato ordinato sacerdote dal vescovo Beniamino Socche il 29 giugno 1947.
Notevole per la sua formazione è stata la collaborazione con mons. Mario Prandi e l’incontro con le Case della Carità. Dopo l’ordinazione ha ricoperto importanti incarichi anche a livello diocesano Insegnante nel seminario, vicario cooperatore ad Albinea, direttore dell’Istituto Artigianelli, assistente diocesano delle ACLI, segretario del consiglio presbiterale diocesano, membro del Sinodo diocesano, componente del comitato per la visita di Giovanni Paolo II alla chiesa reggiano-guastallese.
Come vicario urbano è stato attivamente impegnato per le celebrazioni del IV centenario del Primo Miracolo della B.V. della Ghiara e per la realizzazione della Casa della Carità a San Giuseppe al Migliolungo, dove si è spento oggi.
Notevole è stato il suo servizio nell’Azione Cattolica come pro-delegato diocesano e soprattutto come assistente diocesano della GIAC dal 1955 al 1971. Così lo ricorda Raul Siligardi, che in quegli anni era il presidente diocesano dei giovani: “Don Eleuterio per noi dirigenti GIAC degli anni ’60 era ed è don Ago. E’ stato tra gli assistenti uno dei più dinamici ed instancabili per essere in movimento da una parrocchia all’altra, dall’Appennino al Po. Di don Ago voglio ricordare i suoi interventi, i suoi incontri in consiglio diocesano sempre impostati a curare la formazione dei suoi dirigenti e il suo spirito di ‘andare fuori’.
Tanti sono i ricordi di quegli anni passati quando con la vecchia FIAT 1100 E macinavamo chilometri sulle strade della pianura padana con nebbie talmente fitte che ci costringevano a viaggiare con le portiere aperte per individuare i canali. Così ‘don Ago’ ci scaricava , lungo il percorso, parrocchia dopo parrocchia per incontrare i parroci e i nostri giovani per mantenere vivo il nostro amore per l’Azione Cattolica e la nostra fede”.
Don Eleuterio dal 1972 al ‘75 è stato prete operaio.
Dal 1975 al 2009 don Agostini è stato parroco di Sant’Alberto di Gerusalemme e al suo impegno si deve la celebrazione nel 2014 del VIII centenario della morte del santo patriarca – a cui è intitolata la moderna chiesa nella periferia cittadina – operatore di pace, nativo del reggiano.
Intensa spiritualità, grande cultura, forte senso dell’accoglienza e dell’amicizia, attenta lettura dei “segni dei tempi” hanno contraddistinto il lungo e operoso ministero sacerdotale di don Agostini, che ha profondamente inciso nella vita della nostra chiesa.













