REGGIO EMILIA – Termosifoni spenti nelle scuole durante il periodo delle feste natalizie. Una misura che si è resa necessaria per risparmiare dal punto di vista energetico. Ma, su questo, si alza la protesta della Uil scuola, al fianco dei collaboratori scolastici costretti a pulire con cappotto e guanti. Per il sindacato non sono state rispettate le norme della sicurezza sul lavoro.
Scuole chiuse nel periodo delle feste natalizie dal 24 dicembre a domenica 8 gennaio e quest’anno in virtù del necessario risparmio energetico nei plessi gestiti dal Comune di Reggio così come in molti altri comuni e dalla Provincia, i termosifoni sono stati spenti. Poco male per studenti e docenti, che sono rimasti a casa, ma nelle strutture sono rimaste al lavoro una serie di altre figure. Hanno continuato a lavorare circa un migliaio di persone: gli addetti del personale Ata, gli assistenti tecnici e amministrativi e soprattutto i collaboratori scolastici, quelli che una volta erano chiamati bidelli. E’ vero che sono rimaste accese le pompe di calore negli uffici, ma i collaboratori scolastici incaricati delle pulizie e del riassetto delle aule hanno continuato a lavorare al freddo, ovvero tra i 12 e i 15 gradi. Questa l’accusa del sindacato Uil, che alza la voce e protesta.
Nelle comunicazioni inviate si chiede di ridurre al massimo la presenza e, quindi, la richiesta di accensioni ma, da qui l’altra accusa del sindacato, per stare a casa i collaboratori scolastici avrebbero dovuto utilizzare le proprie ferie anche se si è trattato di misure straordinarie.
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