REGGIO EMILIA – Attività socio-educative e aggregative; momenti di supporto psicologico per i ragazzi e per le loro famiglie; azioni di contrasto all’abbandono scolastico attraverso percorsi formativi. Sono i tre filoni su cui si sviluppa “DesTEENazione comunità adolescenti”. Il progetto, di cui è capofila il Comune di Reggio ma che coinvolge tutta la provincia, ha ottenuto un finanziamento statale di 3 milioni e 400 mila euro. L’obiettivo è quello di promuovere il benessere in una fascia di età che con la pandemia ha sofferto parecchio: “E’ il primo progetto che vede la copertura di una fascia di età dagli 11 ai 18 anni – sottolinea l’assessora alle politiche educative Marwa Mahmoud – Oggi lavorare con i ragazzi con figure professionali come educatori o psicologi, coordinati a livello di equipe è fondamentale”.
Sono stati 1.550 gli accessi agli sportelli Open G dell’Ausl. Solo il 6% dei ragazzi entra in un percorso sanitario psichiatrico, per la maggior parte dei casi è sufficiente un supporto psicologico. Si sta stabilizzando l’aumento dei disturbi del comportamento alimentare. “Abbiamo visto un aumento di gesti autolesionismo, di comportamenti che noi chiamiamo esternalizzanti, che manifestano il disagio – spiega Gian Maria Galeazzi, direttore del dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl – Queste devono essere delle occasioni per dare una risposta congiunta che non può essere solo sanitaria. Ma anche volte a favorire la socialità, le relazioni, l’imparare cose nuove, fare attività sportiva e stare in mezzo alla natura”.
Saranno impegnati gli educatori e gli psicologi del consorzio Oscar Romero. Centro nevralgico del progetto sarà lo spazio multifunzionale Zoom, al villaggio Ermanno Dossetti in via Martiri della Bettola, di proprietà di Asp Reggio Emilia Città delle Persone, che per l’occasione sarà riqualificato. “Già da mesi stiamo facendo presentazioni del progetto per avere delle interlocuzioni con chi già sul territorio opera, sia a livello istituzionale ma anche con le associazioni, come quelle culturali, sportive o educative. Questo ci sta aiutando a ingaggiare i ragazzi. Oltre a questo facciamo azioni mirate all’interno delle scuole medie e superiori”, chiosa la coordinatrice del progetto, Silvia Gobetti.
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