REGGIO EMILIA – Succede a volte, ed è già una fortuna, di sapere di avere davanti a sé una strada tracciata, di capire fin da subito di voler fare quello e nient’altro nella vita. Poi, percorrerla quella strada e superare gli ostacoli, è un altro paio di maniche.
Per entrambi gli ospiti dell’ultima puntata di To B Reggiana il sentiero della vita è sempre stato a forma di pallone da calcio. Milena Bertolini, bimba nella Correggio della metà degli anni ’70, ha imposto i suoi sogni a gente incredula con la tenacia silenziosa che l’ha portata fino a diventare l’allenatore della nazionale di calcio femminile. Fausto Rossi, centrocampista granata con piedi e intelligenza tattica da serie A, rivela che c’è stato un momento da “porte scorrevoli”: “Tre anni fa ho avuto un infortunio pesante, sono stato operato a Barcellona. Ho pensato di smettere, ma mia moglie e mia mamma mi hanno detto: sei nato per giocare a calcio, a un anno andavo a letto col pallone, lo faccio anche adesso con i bimbi”.
Anche la stagione in corso lo ha già messo più di una volta ai box per problemi muscolari. Si sta allenando separatamente dal resto del gruppo, giovedì potrebbe tornare a disposizione. La Reggiana comincerà il rush finale il prossimo 2 aprile a Frosinone: “Penso solo a salvarla – ha detto – è la cosa che voglio di più; mi piace prendermi le responsabilità, non mi sento il “salvatore della patria”, sono un giocatore come gli altri che vuole dare il massimo”.
Le ragazze di Milena Bertolini un mese fa hanno staccato il pass diretto per gli Europei del 2022 in Inghilterra. Cosa è rimasto dell’entusiasmo generato dalle azzurre nel Mondiale 2019 in Francia? “Le partite sono viste più della serie B maschile; la Figc ha deliberato di arrivare al professionismo nella stagione 2022-23, le ragazze devono avere tutele lavorative e previdenziali; ma solo la federazione calcio ha avviato questo percorso, deve far riflettere l’Italia”.
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