REGGIO EMILIA – Il portiere della Reggiana Davide Narduzzo, fermo da quasi cinque mesi, ha completato il suo percorso di recupero dopo l’intervento al menisco del ginocchio sinistro eseguito dal dottor Andrea Pellegrini e dal suo staff a Bologna, nella casa di cura Madre Fortunata Toniolo.
“Ho la fortuna di condividere questo periodo a Reggio con mia moglie Carmen: ci facciamo compagnia a casa e abbiamo occasione di condividere tanto tempo insieme – le parole di Narduzzo, costretto a rispettare come tutti le limitazioni dovute all’emergenza coronavirus – Nel primo periodo dopo l’intervento mi sono dedicato molto intensamente alla rieducazione del ginocchio, era ancora possibile spostarsi e alternavo le sedute di fisioterapia a una parte di lavoro svolto autonomamente. Una buona parte della giornata la impegno leggendo e documentandomi su quello che sta accadendo ora: sicuramente ci si trova in una situazione grave e senza precedenti che sta stravolgendo il mondo e sulla quale c’è ancora troppa poca chiarezza. Serve prudenza e consapevolezza“.
E sul campionato sospeso: “Anche lo sport non può non essere condizionato da questa situazione ed è giusto si cerchino soluzioni adatte per ultimare le stagioni: l’opportunità di disputare un playoff, anche ridotto, sarebbe una strada percorribile e che reputo più possibile rispetto al completamento del campionato per intero. Sicuramente c’è la nostra volontà di poter scendere in campo per lottare per i nostri traguardi, senza affidare alla sorte o ad altri metodi la valutazione dei meriti sportivi. Tutto questo, chiaramente, nel rispetto dei protocolli e delle pratiche che devono garantire la sicurezza. Manca lo spogliatoio, vivere il gruppo e sentire viva la passione che abbiamo per il calcio”.
Covid19, i medici delle società di serie C contrari alla ripartenza del campionato















