REGGIO EMILIA – La trepidazione addosso. Anzi, indosso. Il presidente granata Carmelo Salerno è chiuso in un totale silenzio pre big match. “Parlerò il 23 aprile”, dice soltanto. Il 23 aprile è la data della fine del campionato. Però, va a fare la spesa del sabato mattina a Modena, dove vive, con la trepidazione indosso, appunto: tuta della Reggiana e dita incrociate.
Pensi a Cesena e non puoi non pensare al 16 maggio 1993, anche se era quasi tutto diverso: in palio c’era la promozione in serie A e la stagione stava terminando, anche se mancavano ancora quattro giornate. Quasi tutto diverso, dicevamo: perché lunedì non ci si gioca la promozione, ma che sia una partita fondamentale è indubbio checché ne dicano il mister e i suoi ragazzi, che comprensibilmente cercano di tenere e di tenersi i nervi saldi. Perché ci sono partite fondamentali anche quando in palio non c’è un verdetto. Trenta anni fa quell’1-1, gol di Sacchetti e Hubner, portò per la prima volta la Reggiana in massima serie.
La febbre è altissima. “Lunedì chiuso per Cesena-Reggiana” dice il Corriere di Romagna, con la foto di una locandina appesa sull’entrata della pizzeria Pontevecchio, storico locale nel quale i tifosi cesenati si ritrovano dopo le partite dei bianconeri. C’è un’altra cosa che non è cambiata rispetto a 30 anni fa: il tifo. Al “Manuzzi” lunedì sera ci saranno 15mila persone. Nel ’93 i reggiani furono 4mila, nel 2023 scommettiamo che non ci andremo troppo lontani.
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