REGGIO EMILIA – Le famiglie reggiane destinatarie del reddito di cittadinanza sono più di 3800. La misura di contrasto alla povertà impone ai beneficiari, o comunque a uno dei componenti del nucleo famigliare, salvo esoneri, di prestare servizio nel comune di residenza, svolgendo lavori socialmente utili, pena la perdita del sussidio. Con un minimo individuale di disponibilità di 8 ore settimanali estendibile a 16.
In gergo si chiamano “puc”, sigla che sta per progetti utili alla collettività. Tradotto, si tratta di mano d’opera gratuita a servizio delle amministrazioni locali che possono avvantaggiarsene in più campi: dalla cura del verde alla manutenzione di spazi urbani fino all’assistenza domiciliare rivolta alle persone con fragilità. Un percettore potrebbe, ad esempio, occuparsi della pulizia di una pista ciclabile, della rimozione di un graffito, oppure della guardia in un museo, eccetera.
Per arruolare qualche componente di questo immenso esercito di potenziali collaboratori, occorre tuttavia organizzarli in progetti. Finora meno di cento comuni italiani l’hanno fatto e tra questi non compaiono amministrazioni reggiane. [E’ operativa dal 22 febbraio la piattaforma online che raccoglie le attività da mettere in campo. Quelli presentati possono partire dal 17 luglio quando scattano nuovamente, dopo la sospensione dovuta al covid, gli obblighi per coloro che ricevono il sussidio.]
Nel Reggiano, come dicevamo, ai nastri di partenza non ci sarà nessuno. Ci sarà però Bacoli, un comune napoletano che farà da apripista per Castelnovo Monti. Per recuperare tempo, il sindaco Enrico Bini ha infatti chiesto lumi a questo ente conosciuto nella rete dei comuni “mafia free” che avrà così rinforzi a costo zero per il proprio personale addetto alle manutenzioni. Il Sud è più avanti del Nord anche a Margherita di Savoia, in Puglia, dove saranno in venti a prendersi cura delle spiagge.
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