REGGIO EMILIA – “La questione non riguarda solo queste persone, ma avrà ricadute di possibile degrado sociale su tutto il territorio”, le parole di Federica Zambelli. E’ durissima la presa di posizione dell’associazione Città Migrante sulla diatriba del centinaio di richiedenti asilo cui è stata revocata l’accoglienza per motivi fiscali e a cui la Prefettura ha ingiunto il pagamento delle somme spese per il loro sostentamento, dopo che hanno trovato un lavoro.
“La politica deve darsi da fare – ha aggiunto Zambelli – anche per sostenere i ricorsi dei richiedenti asilo contro le ingiunzioni di pagamento e dialogare con la Prefettura per fermare queste procedure”. Ma le cooperative sociali che assistono i profughi potevano o possono intervenire per evitare questa situazione? A rispondere è il presidente dell’Ovile, Valerio Maramotti: “Non decidiamo noi chi accogliere, non decidiamo noi chi deve o non deve stare dentro i progetti di accoglienza e non siamo noi che dobbiamo fare i controlli”.
L’aspetto confortante – sottolinea l’Ovile – è che a oggi gli effetti di questi provvedimenti risultano contenuti grazie a una rete di solidarietà spontanea che si è messa in moto. “Per ora, tutti quelli che hanno dovuto lasciare gli alloggi messi a disposizione hanno trovato una soluzione grazie ai propri datori di lavoro o ai rapporti di amicizia costruiti in questi anni”.
Secondo quanto hanno riferito, in una nota scritta, i consiglieri comunali De Lucia e Aguzzoli di Coalizione Civica, sono 222 i richiedenti che già hanno preferito abbandonare il percorso di inclusione per evitare di trovarsi a pagare notevoli somme di denaro.
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