ALBINEA (Reggio Emilia) – “Io non ricordo un omicidio con queste modalità anche in territori del Sud. C’è la firma della volontà di non poter lasciar correre”.
Il procuratore capo Paci non usa giri di parole: l’omicidio di Salvatore Silipo, il 23 ottobre 2021 a Cadelbosco Sopra, a opera di Dante Sestito, è un omicidio di mafia. La condanna emessa in primo grado dal Tribunale di Reggio non richiama l’aggravante mafiosa, ma il procuratore non ha dubbi. Quel delitto, per le sue modalità, per la sua ritualità, manda un messaggio: “che certi patti si mantengono e non si possono derogare impunemente, e chi sbaglia paga con la vita. E’ un gesto che nasce dalla volontà di ripristinare una signoria sul territorio”.
In un lungo botta e risposta, davanti alle tante persone che hanno affollato la sala civica di Albinea, il procuratore Paci è tornato anche sulla sua audizione del 14 febbraio scorso davanti alla Commissione parlamentare antimafia. Quando gli fu chiesto se c’è il rischio che la criminalità organizzata tenti di condizionare il voto di giugno nel nostro territorio, il procuratore chiese che la sua risposta fosse secretata. Come interpretare quella secretazione? “Il senso al di là dei fatti specifici è che la criminalità organizzata ha bisogno di interloquire con gli esponenti politici del territorio, senza farsi scrupolo della connotazione politica”.
Il procuratore ha detto di aver letto l’interdittiva antimafia inviata dalla Prefettura al consorzio Edilgest, amministrato fino a poche settimane fa dal capogruppo della Lega Roberto Salati. “Ho visto il provvedimento, sicuramente è estremamente ed analiticamente motivato e circostanziato, con tutta una serie di dati di fatto che non si limitano a una mera elencazione di parentele più o meno controindicate”.
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