REGGIO EMILIA – Una operazione piena di incognite: così la Cgil definisce il progetto per la realizzazione nelle ex Fiere di Reggio del nuovo polo della moda targato Max Mara.
“Max Mara – si legge in una nota – non ha legato nella storia il suo brand alla difesa dei diritti dei lavoratori, attualmente non intrattiene relazioni sindacali, non applica il contratto collettivo nazionale del tessile ma un regolamento interno, ed ha fatto di queste sua peculiarità, un vanto a livello nazionale. Si parla di 800 posti di lavoro. Siamo sempre favorevoli alla creazione di nuova occupazione purché sia ‘buona occupazione’. Segnaliamo, a titolo meramente esemplificativo, che le tariffe applicate attualmente da Max Mara non ci stanno consentendo di negoziare con le aziende appaltatrici nemmeno un ticket mensa, il pagamento dei primi tre giorni di malattia, e, in un caso, l’applicazione integrale del Ccnl merci e logistica”.
Di diverso avviso la Cisl: “Siamo un sindacato responsabile, che non scappa di fronte alla sfida della modernità. Certo, la logistica è un settore problematico perché avvelenato da contratti che altro non sono che forme di sfruttamento delle persone. Quello che occorre in questo settore è un vero cambiamento e, da quello che fin qui abbiamo potuto apprendere, l’investimento Max Mara permette a Reggio Emilia di diventare un player importante per l’avanzamento della qualità logistica e della sostenibilità per chi ci lavora”.
Reggio Emilia Cgil Max Mara Cisl Polo della moda ex FiereMax Mara raddoppia: alle ex Fiere il nuovo Polo della moda. VIDEO