REGGIO EMILIA – “Il Partito Democratico è compatto e unitario nel ribadire ancora una volta quanto sia urgente fermare il massacro in corso a Gaza e in Cisgiordania. Non c’è alcun imbarazzo nel riconoscersi nelle giuste parole del sindaco Marco Massari, che ha ancora una volta ribadito una linea politica che è condivisa a livello locale, regionale e nazionale”.
Sono passati tre giorni dalla pubblica tirata di orecchie data da Francesca Albanese al sindaco di Reggio al teatro Valli (“lei ha sbagliato”, in occasione della consegna alla stessa del Primo Tricolore. Tre giorni in cui a Reggio Azione e Fratelli d’Italia hanno chiesto la revoca del riconoscimento per la relatrice speciale dell’Onu, al contrario di Sinistra Italiana, REC e Possibile che hanno difeso Albanese. Nel frattempo il caso è diventato nazionale. Nel pomeriggio ha rotto il silenzio anche il Pd reggiano, con una nota firmata dal segretario provinciale Massimo Gazza.
“Il genocidio è genocidio, i crimini di guerra sono crimini di guerra. Negare l’uno o l’altro è sbagliato. Ci sono responsabilità diverse e distinte, ma vanno riconosciute entrambe. Il sindaco Massari domenica mattina, sul palco del Teatro Valli, ha detto proprio questo. Una parte della platea emotivamente scossa dalla attuale tensione internazionale e coinvolta nella narrazione della relatrice Francesca Albanese, ha interpretato le parole del sindaco come giustificative, quando non lo sono mai state. In realtà il suo ragionamento era e resta di assoluto buon senso: riconoscere le atrocità di Hamas senza per questo giustificare in alcun modo il massacro di Gaza e i crimini in atto in Cisgiordania e nella Striscia, che affondano le radici nei decenni passati. Se il movimento pacifista si mette a fischiare se stesso rischia di perdere di vista l’unico obiettivo urgente: fare pressione perché si fermi uno sterminio in corso e perché il popolo gazawi trovi una vera pace, libero anche dal regime che la opprime dal 2006. Questa è la vera priorità, non dividerci al nostro interno e piuttosto accompagnare con la massima attenzione il coraggioso viaggio della Global Sumud Flotilla, che in queste ore si trova a un passo da Gaza. Il riconoscimento a Francesca Albanese del Primo Tricolore è un riconoscimento a una figura che ha svolto un ruolo di primo piano nell’organo internazionale riconosciuto come arbitro nelle controversie. Era un premio al suo impegno nel rendere evidente a livello internazionale ciò che accade in quelle terre.
Ricordiamo, se ce ne fosse bisogno, che Massari è stato tra i primi a mettersi alla testa dei cortei pacifisti per invocare un “cessate il fuoco” a Gaza. La sua posizione non può essere travisata da nessuno. Farlo, come lo sta tentando di fare la destra in queste ore, vuol dire strumentalizzare una posizione che è sempre stata coerente nel campo del centrosinistra. Quando le istituzioni europee riconobbero a Reggio Emilia il titolo di Capitale europea dell’inclusione e della diversità fu grazie a politiche pubbliche che nel dialogo tra le diversità costruivano cultura dei diritti. Così continueremo a fare, senza alcun tentennamento”.
Cosa è successo tra Massari e Albanese al teatro Valli di Reggio Emilia
Il Primo Tricolore che scuote le coscienze, ma mostra le divisioni. VIDEO
Le reazioni della politica
Rossi (Pd): “Con Albanese Massari ha scelto le parole giuste”
Azione chiede la revoca del Primo Tricolore a Francesca Albanese
Anche Fratelli d’Italia chiede la revoca del Primo Tricolore a Francesca Albanese