GUASTALLA (Reggio Emilia) – “Non è quella la strada, la strada non è aumentare all’infinito le prestazioni, non ci sono infermieri e non ci sono medici per aumentare all’infinito le prestazioni. Con la sanità privata lavoriamo, ci sono ambiti in cui collaboriamo ma la nostra chiave è un sistema pubblico e nazionale. Noi dobbiamo lavorare dentro i quantitativi di prestazioni che stiamo erogando per cercare di renderle sempre più appropriate”.
Michele De Pascale rifiuta la proposta arrivata dalle strutture del privato accreditato di aumentare del 30% l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Nei giorni scorsi il presidente dell’Emilia Romagna aveva espresso preoccupazione rispetto alla tenuta del sistema sanitario di fronte al continuo accesso di pazienti provenienti da fuori regione. “Per me, è stato molto importante fissare un principio, perché eravamo stati accusati di guadagnarci dalla mobilità sanitaria. La oggi spende 12 milioni di euro in più di quelli che riceve dallo Stato per curare cittadine e cittadini del resto d’Italia. In alcuni casi questo avviene in patologie complesse e su queste non c’è niente da dire: ci sono centri che sono al servizio di tutto il paese, come l’oncoematologia di Reggio Emilia che è un patrimonio di tutta Italia e non solo dell’Emilia Romagna. Per le prestazioni di bassa complessità non si può continuare a crescere all’infinito: oggi i due terzi delle prestazioni che eroghiamo non sono prestazioni di eccellenza, sono prestazioni di bassa complessità”.
Sullo sfondo c’è anche la vicenda dei risarcimenti Covid da restituire alla Regione da parte dei privati che hanno annunciato ricorso al Tar. “Abbiamo spiegato che erano cifre non dovute e quindi rispettiamo la legge. Siamo una regione che rispetta la legge”. A Reggio i ricoveri di pazienti da fuori regione rappresentano il 4,4% del totale, il dato più basso in Regione. Per il presidente la strada da intraprendere è chiara: “Bisogna che le Regioni del Nord aiutino quelle del Sud a migliorare e qualificare la loro offerta: stiamo lavorando ad esempio con la Calabria per un accordo, dove ci saranno dei quantitativi di prestazioni che noi continueremo ad erogare, poi un supporto anche per le attività che si faranno in Calabria. Il lavoro non è chiudiamoci e facciamo da soli, ma il sistema per funzionare deve essere nazionale e dobbiamo aiutare anche le regioni del Sud a diventare sempre più autosufficienti”.
Dopo San Girolamo, De Pascale era questa mattina anche a San Martino in Rio dove ha tagliato il nastro della nuova Casa della Comunità, i cui locali hanno aperto in via Rivone 21. Edificata grazie a un finanziamento Pnrr di circa 1 milione di euro, la struttura si compone di 7 ambulatori per i medici di medicina generale, servizi medici e infermieristici, un punto unico di accesso e altri servizi sociosanitari e sociali, una sala riunioni e una serie di locali tecnici; adiacenti alla Casa della Comunità ci sono gli ambulatori dei pediatri che verranno collegati alla struttura. In questa prima fase la Casa della Comunità sarà aperta dalle 8.30 alle 17 dal lunedì al venerdì, e dalle 8.30 alle 12 il sabato.
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