SAN POLO (Reggio Emilia) – Nei giorni scorsi ha suscitato grandi polemiche la notizia che alcuni parlamentari abbiano ricevuto il bonus di 600 euro perché titolari di una partita Iva. A livello locale, le cose stanno diversamente con alcuni amministratori che hanno rinunciato al proprio lavoro per ricoprire cariche perdendo introiti e possibilità di carriera.
Fino a due anni fa, ad esempio, Franco Palù lavorava come ingegnere. Poi, nel 2018 i sanpolesi lo hanno eletto sindaco: “Ciò che percepisco ora come stipendio – ha confidato a Tg Reggio – è un quarto rispetto a quanto prendevo da libero professionista”. La sua storia è simile a quella di altri amministratori locali. C’è chi, come Tania Tellini, sindaco molto apprezzato nella scorsa legislatura a Cadelbosco, ha dovuto rinunciare a una successiva candidatura per non compromettere il suo lavoro di libero professionista.
Il rischio di andare verso una politica fatta soltanto da chi non vede compromessa la propria occupazione è alto. “E’ un problema che va anche contro la Costituzione – ha detto Palù, perché tutti avrebbero il diritto di fare politica. Però, è evidente che tra parlamentari e consiglieri regionali il gettone percepito permette di vivere bene, chi fa parte di enti medio-piccoli come il mio, invece, percepisce un gettone di molto inferiore”.
Palù i 600 euro non li ha chiesti. Per ora ha affidato i clienti a un collaboratore, ovviamente da retribuire. Dice che a conti fatti, fare il sindaco è una questione di cuore eppure ad Eisingen, in Germania, paese gemellato con San Polo e grande come san Polo, oltre al cuore per il borgomastro ci sono anche i soldi: “Il mio collega, là, guadagna 80mila euro l’anno. La differenza tra noi e loro è questa…”, ha concluso il primo cittadino sanpolese.
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