CORREGGIO (Reggio Emilia) – Venerdì in tribunale a Reggio, con la sentenza del processo con rito ordinario, si è chiuso il primo grado del procedimento nei confronti delle operatrici imputate per maltrattamenti alla casa di riposo di Correggio. La struttura è ancora gestita da Coopselios, che oggi esprime soddisfazione ma anche amarezza.
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“Era una notizia in cui confidavamo, eravamo molto certi della condotta della nostra cooperativa e riponevamo fiducia anche nelle nostre operatrici“. Così il direttore generale di Coopselios Raul Cavalli.
L’inchiesta emersa nel 2018 aveva travolto Coopselios, la cooperativa che ancora oggi gestisce la casa di riposo comunale di Correggio. La struttura di via Mandriolo superiore era finita al centro dell’indagine della procura di Reggio per presunti maltrattamenti ed episodi di violenza nei confronti di un anziano ospite, deceduto nel 2020. Quattro operatrici oltre all’allora responsabile della struttura erano state assolte con il rito abbreviato. Dopo sei anni, sono state assolte anche le restanti sei operatrici sociosanitarie coinvolte, processate con il rito ordinario.
“Sono stati infiniti, sono stati molto lunghi perché dopo 40 anni di storia abbiamo sentito un’attenzione molto forte su di noi, oltretutto sapendo l’impegno che i nostri operatori mettono. E’ un mestiere che è diventato una vocazione sociale”.
Delle donne coinvolte, solo tre continuano a lavorare all’interno di Coopselios, ma nell’ambito dei servizi territoriali. Una è stata licenziata per questioni esterne all’inchiesta; le altre, compresa l’ex direttrice, si sono licenziate. “L’impegno nel monitoraggio e nella prevenzione di eventuali episodi di violenza resta massimo”, conclude il direttore Cavalli, che poi aggiunge: “Stiamo molto attenti a puntare il dito contro le RSA perché le RSA sono luoghi aperti ai controlli che periodicamente avvengono. Questo controllo sociale è una garanzia in più rispetto alla incolumità e alla sicurezza dei nostri familiari. Inviterei a cambiare l’atteggiamento che ha portato ad una prevenzione nei confronti di questo servizio di cura”.
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