VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – Il processo per il delitto di Morsiano di Villa Minozzo è in una fase di stallo: il prosieguo dipenderà dalla prossima mossa del sostituto procuratore Maria Rita Pantani. Per la prima volta a Reggio un giudice ha applicato una norma introdotta con la riforma Cartabia e ha restituito gli atti al pm.
La vicenda è quella del 21 giugno 2024: Stefano Daveti venne trovato nel suo letto con gravi ferite e morì in ospedale dopo tre giorni di agonia. Secondo l’accusa, venne ucciso da Cristian Chesi a colpi di spranga. Pantani ha chiesto che Chesi venga processato per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, ma il gup Matteo Gambarati, nella passata udienza, aveva chiesto al pm di riformulare l’ipotesi di reato, ritenendo non ci fossero elementi per contestare nessuna delle due aggravanti. Pantani però non ha modificato l’imputazione, e così Gambarati ha applicato la norma restituendole gli atti.
A questo punto, come si diceva, la situazione è in stallo. La pm può disporre nuove indagini, può ricontestare il reato ma davanti a un altro giudice o può impugnare la decisione di Gambarati in Cassazione. “Ora l’iniziativa passa al pubblico ministero – commenta l’avvocato Noris Bucchi, difensore di Chesi – Staremo a vedere. Non possiamo che accogliere con favore questo provvedimento, in perfetta sintonia col nostro pensiero. Affrontare determinate questioni tecniche fin dall’udienza preliminare consente di ridurre il rischio di regressioni che allungherebbero i tempi del processo”.
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