REGGIO EMILIA – Confcooperative Terre d’Emilia e Lapam Confartigianato hanno siglato un protocollo d’intesa per promuovere nuove comunità energetiche e la continuità aziendale. Un patto che unisce due cuori pulsanti per l’economia del territorio reggiano e modenese: Confcooperative rappresenta 620 realtà con 47mila dipendenti e oltre 135mila soci, Lapam Confartigianato annovera 11mila imprese artigiane nelle due province.
Una sinergia che significa promozione in quattro punti: a partire dalle comunità energetiche rinnovabili in forma cooperativa, alle cooperative di lavoro e artigiane fino al supporto di imprese che nascano da lavoratori di aziende in crisi o in difficoltà legate alla successione d’impresa. In chiusura comune promozione di iniziative di responsabilità sociale d’impresa. Il tema delle comunità energetiche ha una valenza a livello economico e sociale.
“Con l’energia che si produce insieme una parte va al sociale, una parte all’imprenditore che risparmia e infine dobbiamo considerare il tema dell’ecologia perché non si usano dei combustibili fossili ma delle rinnovabili”, ha detto Gilberto Luppi, presidente di Lapam Confartigianato di Modena e Reggio. L’obiettivo è anche contrastare la delocalizzazione delle aziende e mantenerle sul territorio. In inglese workers buyout: “E’ quel meccanismo in cui le imprese che hanno da una parte difficoltà economiche, ma soprattutto quelle che hanno problemi nel superare l’ostacolo generazionale, in quel momento possano avere una possibilità – ha detto Matteo Caramaschi, presidente di Confcooperative – La possibilità è quella di farsi aiutare dai lavoratori mettendoli insieme in queste imprese, creare una nuova azienda che prenda in mano la situazione precedente”.
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