NOVELLARA (Reggio Emilia) – Un’altra storia che sarebbe potuta finire in tragedia, ma che questa volta ha visto le autorità intervenire prima dell’irreparabile. La cornice è ancora il comune della Bassa reggiana, divenuto tristemente noto alle cronache nazionali in questi ultimi 2 anni per la vicenda di Saman Abbas, uccisa dai famigliari perché si era ribellata a un matrimonio combinato in Pakistan.
Una ragazza di 20 anni, quindi di poco più grande, è stata minacciata dal padre 52enne: se non avesse concesso il suo “sì” a un cugino, mai visto né conosciuto in precedenza, avrebbe fatto la fine della connazionale. E’ questo ciò che emerge dal racconto della ragazza che viveva a Novellara insieme al padre, alla moglie dell’uomo e a due fratelli nati dal secondo matrimonio. La madre della ragazza, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbe stata uccisa in Pakistan dal fratello del padre quando lei era appena nata: morte confermata anche dai militari ma che ufficialmente, tuttavia, è da ricondurre a cause naturali come dichiarato dal marito.
Secondo le indagini, la 20enne non era libera di uscire di casa, di cercarsi un lavoro, di avere contatti con il mondo esterno, di proseguire gli studi interrotti proprio in occasione dell’esame di terza media per volontà del padre. Come per Saman, gli adulti di riferimento le dicevano che era musulmana e che per questo doveva tenere comportamenti adeguati; le dicevano di non fidarsi degli assistenti sociali. Agli inquirenti la ragazza ha raccontato che il padre, di recente, le aveva prospettato la partenza per il Pakistan e, a quel punto, per timore della sua incolumità ha accettato di lasciare la casa dove viveva per andare in comunità.
Il tentativo di opposizione al matrimonio da parte della ragazza aveva scatenato le ire del 52enne, che l’avrebbe minacciata dicendole che le sarebbe capitata la stessa sorte toccata a Saman. Al termine delle indagini che da tempo i carabinieri di Novellara stavano conducendo, il padre e la moglie sono stati denunciati per maltrattamenti in famiglia, l’uomo anche per costrizione o induzione al matrimonio. Entrambi, su disposizione del Gip, non potranno avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla ragazza né comunicare con lei. A tutti e tre, inoltre, è stato applicato il braccialetto elettronico.
Servizio Tg di Gabriele Franzini
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