TOANO (Reggio Emilia) – Non luogo a procedere. Così ha deciso il gup Luca Ramponi. Marito e moglie proprietari del terreno e del pozzo e il geometra del Comune responsabile dell’Ufficio per la manutenzione della strada non andranno a processo. Ai genitori e ai fratelli di Federico Pellini rimangono le tante, tantissime domande su cosa sarebbe successo o non successo se quella sera anche solo un elemento di questa tragedia fosse stato diverso.
La sera del 12 dicembre 2021, notte di neve e ghiaccio, il 20enne di Toano, che era alla guida della Panda della mamma, sbandò, finendo contro un manufatto in cemento, ma non morì per l’urto. Federico scese per cercare di vedere se l’auto fosse rimasta danneggiata e precipitò per oltre 4 metri, senza appigli per risalire. Il manufatto che aveva urtato era la sommità di un pozzo pieno di acqua piovana, è possibile che l’impatto avesse spostato la copertura. Una vicenda con vari passaggi nel suo aspetto giudiziario: il pm, dopo un primo momento di indagini, aveva chiesto l’archiviazione, ma il giudice, accogliendo l’opposizione della famiglia, aveva imposto alla procura ulteriori accertamenti. Secondo le rilevazioni del perito, il pozzo era collocato troppo vicino alla strada ed era sprovvisto di chiusura metallica, inoltre non c’era segnaletica adeguata. E si era giunti alla richiesta di rinvio a giudizio. Ora la decisione del gup: per i proprietari del terreno il non luogo a procedere perché “il fatto non sussiste”, per il geometra perché “non costituisce reato”.
L’avvocato Noris Bucchi, che assieme al collega Simone Bazzoli rappresenta la famiglia Pellini, aveva citato il Comune come responsabile civile. Per fare dichiarazioni ufficiali il legale attenderà le motivazioni, che dovrebbero arrivare entro 30 giorni. Lo scorso febbraio ai nostri microfoni mamma Monica e papà Enrico avevano lamentato il fatto di essere stati lasciati soli dopo i funerali e di non aver ricevuto neanche una parola di conforto dalle istituzioni.
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