REGGIO EMILIA – I numeri del 2019 del Parmigiano Reggiano hanno fotografato un anno da incorniciare per quanto riguarda la produzione, che è cresciuta dell’1,47%, arrivando a quota 3,75 milioni di forme. L’altro lato della medaglia è rappresentato dalle quotazioni, che hanno cominciato a calare nella seconda metà dell’anno. Una tendenza che è ancora in corso.
“Da agosto dell’anno scorso i prezzi alla produzione sono calati di circa il 40%. Bisogna che il Consorzio si faccia parte attiva nella ricerca di soluzioni”. Mauro Menozzi, responsabile del settore agroalimentare per la Legacoop Emilia Ovest, lancia l’allarme per conto di Agrinsieme Reggio Emilia, l’aggregazione che dà voce comune a tutte le principali associazioni di categoria del settore.
Ad aprile il prezzo all’ingrosso, vale a dire il prezzo medio alla produzione del Parmigiano Reggiano di 12 mesi, si è attestato poco sopra gli 8 euro al kg contro i 10,75 euro di un anno fa. Una discesa alla quale hanno contribuito più fattori, in parte accelerata dal calo sia dell’export che della richiesta dell’industria alberghiera dovuti all’emergenza sanitaria.
Agrinsieme chiede ora al consorzio l’immediato ritiro dal mercato di quantitativi di Parmigiano Reggiano. Una misura che si potrebbe adottare sfruttando aiuti pubblici: “C’è l’urgenza di utilizzare le risorse che sono state messe a disposizione o stanno per essere messe a disposizione dal Governo. Il rischio è che, stanti le attuali quotazioni, alcuni produttori marginali possano essere espulsi dal settore”.
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