BOLOGNA – Un lungo interrogatorio, le proposte di riti alternativi da parte di dieci imputati, il tutto che culmina con la requisitoria della pm antimafia Beatrice Ronchi che chiede il rinvio a giudizio per i due ex sindaci di Brescello, Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini, che si difendono nel contesto del rito ordinario.
Si è protratta sino al primo pomeriggio l’udienza preliminare davanti al giudice Roberta Malavasi, nell’ambito del processo marchiato ‘ndrangheta e focalizzato su Brescello con vicende legate allo scioglimento del Comune ed altre emerse durante l’inchiesta Grimilde. Alla sbarra anche due membri della famiglia brescellese Grande Aracri. Sono fratello e sorella e optano per i riti alternativi con sconto di pena di un terzo: il 45enne Salvatore punta a patteggiare 18 mesi di reclusione per usura e riciclaggio (entrambe le imputazioni hanno l’aggravante mafiosa), mentre la 42enne Rosita che ha l’accusa più pesante, cioè l’associazione mafiosa, sceglie il rito abbreviato e nel suo caso la discussione avverrà il 20 maggio.
I due ex sindaci sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa in quanto, secondo la Dda, avrebbero contribuito, pur senza farne parte, alla realizzazione degli obiettivi e al rafforzamento della cosca ‘ndranghetista che opera nel paese. In mattinata Coffrini è stato interrogato, parlando per la prima volta e rispondendo alle domande per tre ore. Si è difeso rivendicando la correttezza del proprio operato: ‘Ha specificato che tutti gli atti amministrativi di cui si contesta la legittimità – spiegano i difensori Mario L’Insalata ed Eleonora Ciliberti – in parte riguardano periodi non di sua competenza o sono irrilevanti ai fini di un ipotetico rafforzamento del sodalizio mafioso’.
Coffrini è stato incalzato in modo particolare dalla pm Ronchi sia sulla consapevolezza del radicamento ‘ndranghetista nel paese, sia sull’ormai famosa e discussa intervista rilasciata all’associazione Cortocircuito in cui parlò del boss locale Francesco Grande Aracri come ‘gentilissimo e molto tranquillo e che non ha mai creato problemi a nessuno’. Specificano sempre i due difensori che lo scopo di Coffrini in quel caso era di contestare l’identificazione del paese di Brescello con la ‘ndrangheta’.
Nella prossima udienza, già fissata per l’11 marzo, si entrerà nel vivo del rito ordinario con le arringhe difensive da parte degli avvocati dei due ex sindaci imputati (Vezzani, sempre presente in aula, è tutelato dai legali Valeria Miari e Alessio Fornaciari). Sarà la volta anche delle arringhe legate alle dieci parti civili (respinta oggi per tardività la costituzione della Cisl regionale), infine è prevista la ratifica dei nove patteggiamenti che riguardano il già citato Salvatore Grande Aracri, Claudio Bologna, Albino e Giuseppe Caruso, Paolo Pucci, Devid Sassi, Pascal Vrano, Leonardo Villirillo e Mauro Usuardi.
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