REGGIO EMILIA – Appassionato di archeologia e di teatro, è morto Umberto Venturi, l’ingegnere che ha segnato con le sue scelte la crescita della città. Assessore all’urbanistica dal ’75 all’87 nelle giunte guidate dal sindaco Benassi, in quota Pic, ha firmato il piano regolatore del 1984 che porta il suo nome. Approvato all’unanimità da maggioranza e opposizione, con la sola astensione del consigliere del Movimento Sociale, il Prg si proponeva di riequilibrare la crescita della città concentrando molte quote di nuova edificazione nelle aree a nord, fino a quel momento vocate ad accogliere funzioni produttive e carenti di servizi per gli abitanti. Un piano che oggi si ritiene sovradimensionato ma che all’epoca consentì la crescita della città sia da un punto di vista edilizio sia produttivo.
Di Venturi, i colleghi dell’epoca ricordano anche l’attenzione al verde pubblico. Con lui furono realizzati alcuni parchi urbani, come quello al Buco del Signore, di cui si occupavano direttamente venti giardinieri comunali, ma soprattutto si affermò l’idea dell’importanza delle aree verdi all’interno dei quartieri come elemento indispensabile per la qualità della vita e il valore della zona. Una sua scelta, la decisione di non realizzare il nuovo tribunale all’ex caserma Zucchi, si racconta che fu anche all’origine della rottura tra Pci e Psi del 1982. Uno strappo che fu ricucito solo cinque anni dopo con l’uscita di scena del sindaco Benassi e dello stesso Venturi e l’elezione a primo cittadino di Giulio Fantuzzi. F
inita l’esperienza politico amministrativa, passò all’Unieco prima di dedicarsi all’attività professionale da ingegnere. Nel 2009, su incarico delle associazioni imprenditoriali, analizzò il Psc firmato dalla Giunta Delrio e fece scalpore la sua presa di posizione estremamente critica sul piano urbanistico. Le esequie di Umberto Venturi, curate dalle onoranze funebri della Croce Verde, saranno in forma strettamente privata.
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