REGGIO EMILIA – Due settimane fa Pasquale Brescia è stato condannato in appello a 13 anni per associazione mafiosa. Per Brescia, imprenditore fino al 2015 al centro di una fitta rete di rapporti con uomini delle forze dell’ordine ed esponenti politici del centrodestra, venerdì scorso è arrivata un’altra condanna, in questo caso definitiva.
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La Corte di Cassazione, nei giorni scorsi, ha chiuso il cerchio su una delle vicende più torbide della recente storia reggiana: la lettera scritta da Pasquale Brescia dal carcere bolognese della Dozza e consegnata alla redazione reggiana del Carlino dal suo avvocato Luigi Comberiati il 1° febbraio 2016 era una minaccia al sindaco di Reggio Luca Vecchi aggravata dal metodo mafioso. Si potrebbe dire che quella lettera era ciò che appariva fin dall’inizio. TG Reggio la definì subito “un’iniziativa intimidatoria da parte di ambienti legati alla ‘ndrangheta”. Non solo: la lettera di Brescia non era il frutto di un’iniziativa personale, ma era parte di una strategia di delegittimazione e di indebolimento del sindaco perseguita da Gianluigi Sarcone, che secondo la Dda di Bologna era subentrato al fratello – il boss Nicolino Sarcone – nella direzione della cosca.
Quattro anni e mezzo fa il nostro telegiornale scelse di non pubblicare integralmente la lettera di Brescia, limitandosi a riferirne per sommi capi i contenuti e indicando la natura diffamatoria e intimidatoria della missiva. Per questo, fummo accusati di nascondere le notizie. Quella vicenda pone dunque alcune domande non solo alla politica, ma anche a chi fa informazione. Le ha sintetizzate bene già qualche anno fa l’ex direttore di Telereggio Paolo Bonacini nel suo libro “Le cento storia di Aemilia”.
Prima domanda: le parole di una persona detenuta al 41 bis perché accusata di associazione mafiosa valgono quanto quelle di qualsiasi altra persona o vanno maneggiate con maggiore cautela? Seconda domanda: se quella persona afferma una cosa eclatante, noi giornalisti dobbiamo pubblicarla senza porci il problema se quella cosa sia vera o falsa, per di più sollecitando una risposta da chi viene accusato?
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