REGGIO EMILIA – Incontro conclusivo questa mattina per la rassegna “Noicontrolemafie”, il festival della legalità organizzato dalla Provincia. Ospiti dell’appuntamento il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e il procuratore della repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri.
“Le organizzazione criminali hanno autentici comparti di intelligence finalizzati a proteggere l’organizzazione e i suoi affari”, ha detto Melillo. Professionisti dello spionaggio al soldo delle cosche, aiutate coi mezzi più all’avanguardia per prevenire o evitare azioni di indagini nei loro confronti. Grosse transazioni eseguite in criptovalute con modalità che garantiscono l’anonimato. E’ la mafia che si evolve raccontata dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. “Le reti criminali – esclama, di fronte a una platea di studenti – sono in grado di comunicare attraverso piattaforme criptate e in Italia il dibattito è fermo al tema del trojan per le intercettazioni”.

La platea presente in aula magna
Prioritario, spiega, è colmare il divario tecnologico esistente. Rispetto alla Francia e alla Germania, l’Italia è arretrata quanto a normative che consentono di “bucare” ambienti cibernetici. Melillo ha parlato anche del maxi processo Aemilia, considerandolo un punto di svolta, visto che negli anni 2000 sulla sua pelle si era reso conto della fatica con cui a Reggio Emilia e Modena, magistratura e forze dell’ordine si rendevano conto della profonda penetrazione della ‘ndrangheta e dei casalesi. “In corso ora – annuncia il magistrato – ci sono attività investigative destinate a consolidare risultati”.
Tornando all’evoluzione della criminalità organizzata, l’importanza di stare al passo viene sottolineata anche da Gratteri, che lamenta la necessità di rinforzi per le prefetture, di più ispettori di polizia ma anche di hacker in grado di decrittare informazioni. Il procuratore della repubblica di Catanzaro punta il dito sulla disastrosa riforma Cartabia e sull’innalzamento del tetto del contante, estendendo la sua critica al livello europeo dove la politica, dice, trascura il contrasto alle mafie: “In Europa non c’è un limite al contante. Ancora noi, per fare indagini che coinvolgono più Paesi, dobbiamo confrontarci con sistemi giudiziari diversi”.
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