REGGIO EMILIA – False fatturazioni per 10 milioni di euro e tre milioni e mezzo di euro sottratti al fisco: sono i numeri della maxi frode scoperta dalla Guardia di Finanza di Reggio. Le Fiamme Gialle hanno denunciato quattro persone con l’accusa di aver ideato un articolato ed illegale meccanismo nell’ambito del commercio dei pallet. Tre di loro sono anche accusati di aver indebitamente percepito i fondi statali dell’emergenza Covid, circa 500 mila euro.
Secondo la ricostruzione del Nucleo polizia economico finanziaria, i soggetti coinvolti nella frode acquistavano bancali in nero da conducenti di autocarri o corrieri che, dopo le consegne, trattenevano i pallet rimanenti sui loro mezzi. I prodotti venivano poi rivenduti legalmente da società, appartenenti al sodalizio, realmente operative e che dichiaravano i ricavi. Per giustificare l’acquisto in nero del materiale, ecco le società fantasma che emettevano fatture per operazioni inesistenti nei confronti delle imprese di rivendita, le quali deducevano il costo simulando l’acquisto regolare del materiale. Tutto ruotava attorno ad una società di San Martino in Rio risultata essere sia fornitore sia cliente di altre imprese del giro criminale,
I quattro, tre italiani e un libico tutti residenti nel reggiano, devono rispondere di dichiarazioni fraudolente mediante l’uso di documenti per operazioni inesistenti e di emissione di fatture false. In tre devono rispondere anche di indebita percezione di erogazioni pubbliche: presentando documenti con informazioni false rispetto allo stato di salute e dichiarando nel 2022 il fallimento dell’impresa reggiana hanno percepito indebitamente 500 mila euro di fondi statali legati all’emergenza Covid.